Nicolò Vignatavan - Una nuova definizione sperimentale di "punto", utilizzando il concetto di infinitesimo

Una nuova definizione sperimentale di "punto", utilizzando il concetto di infinitesimo


Nicolò Vignatavan


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Riferimenti nell'audio-immagine a: https://vignatavan.blogspot.com/2018/10/law-of-fundamental-numbers.html?m=1




"In quel secolo in letture filosofiche mi immersi:
dall’etico dall’occhio geometrico caro all’analitico,
all’empirista dai rapporti con la Ragione controversi,
fino al francese che delle scienze cartesiane fu critico,
ma ad Hannover preferii fermarmi, dal maestro magistrato e logico."

Vignatavan attraverso la placca europea, atto 2




La matematica, algebricamente, e la geometria, spazialmente, nel corso della loro storia millenaria, hanno definito il concetto di "punto" da varie prospettive e secondo diverse sfaccettature.


Convenzionalmente ed, in sintesi, viene definito "punto" quella figura geometrica adimensionale, priva di lunghezza, area e volume, che non può essere sezionata in parti e la cui unica propria caratteristica è la sua posizione.


La prima critica che si potrebbe fornire a tale definizione è che, se un ente (geometrico, o matematico, o fisico) ha come unica caratteristica la posizione, senza disporre di grandezza, esso corrisponde non ad una figura geometrica, bensì ad uno spazio vuoto.


Ma, correttamente, il punto nè può essere definito propriamente come una figura geometrica, nè come una semplice coordinata in uno spazio vuoto del piano cartesiano o di uno spazio tridimensionale.


Utilizzando il concetto di limite, allora, si potrebbe descrivere il "punto" come quell'ente che si genera quando una figura geometrica tende ad una coordinata in uno spazio vuoto; dunque, nell'infinitesimo preciso istante in cui una figura geometrica diventa coordinata vuota.


Tenendo presente quanto abbiamo affermato sulla rotondità geometrica del numero naturale 5 negli "Enunciati tecnico-forensi" (http://vignatavan.blogspot.com/2018/10/law-of-fundamental-numbers.html), possiamo giungere alle seguenti considerazioni:

<< Il 5 e' il numero perfetto, perche' esprime la tesi dell'1, l'antitesi del 2, la sintesi del 3, la quadrita' del 4 e la rotondita' di se'. >>

a partire dal numero 6 (incluso il numero 5) verso +infinito, nella scala dei numeri interi, ogni numero mantiene, ipotizzandolo in una disposizione bidimensionale, una impostazione geometrica di rotondità senza generare in tale spazio altre forme.
Inoltre, la rotondità, intesa come forma ultima che si possa sviluppare nello spazio bidimensionale, non solo succede ai primi quattro numeri interi ed alle loro forme spaziali, ma allo stesso tempo li contiene. Dalla rotondità del numero naturale 6 (5 incluso) tendendo verso +infinito, nella scala ordinata dei numeri reali, la rotondità mantiene le sue caratteristiche, senza che se ne sviluppino di più significative.


Proponendo una nuova definizione di "punto", (ricordando i concetti di infinito ed infinitesimo), esso può essere inteso come la figura geometrica sommatoria pluridimensionale di infinite infinitesime semirette, giacenti lungo infinite direzioni ed aventi un estremo in comune, nell'infinitesimo istante temporale in cui essa tende ad una coordinata vuota dello spazio in cui è rappresentata.


Se, come detto in precedenza, la caratteristica geometrica intrinseca dell'infinito limitatamente alla visione, è la medesima del numero naturale 5, allora possiamo concludere che il punto, sempre limitatamente alla visione, sarà costituito da ALMENO 5 infinitesime semirette giacenti sulle rispettive direzioni.

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